Dossier: La grande truffa dei rimborsi elettorali – di Paola Diana (Huffington Post)

Dossier: La grande truffa dei rimborsi elettorali – di Paola Diana (Huffington Post)immagine38Dossier: La grande truffa dei rimborsi elettorali – di Paola Diana (Huffington Post)

Il finanziamento pubblico ai Partiti in Italia esiste ancora nonostante un referendum del 1993 l’avesse abolito con il 90,3% dei consensi sull’onda degli scandali di Tangentopoli. Esiste sotto il falso nome di “Rimborsi elettorali ai Partiti” ed è il più alto in Europa, nonostante il nostro sia il Paese con il debito pubblico maggiore ed un Paese a crescita zero.

La truffa sta nel fatto che i cosiddetti Rimborsi elettorali non si calcolano in base alle spese effettivamente sostenute in campagna elettorale, ma in base ai voti presi dai partiti, in percentuale al numero dei votanti iscritti alle liste elettorali alla Camera e al Senato. Basta che il partito superi la soglia del 1% e ottiene questi rimborsi.

In Italia:

– non c’è giustizia: i Partiti sono semplici associazioni private senza specifiche responsabilità giuridiche nonostante siano previsti dalla Costituzione e siano finanziati dallo Stato. I Partiti non si sono mai dati una legge che ne regolamenti democrazia e trasparenza interne.

– non c’è equità: i Partiti tengono in cassa dal 70 al 90% dei soldi pubblici presi sotto il nome di Rimborsi Elettorali il che significa che li usano ed investono per altri scopi come fossero delle vere e proprie aziende che vivono di aiuti statali. Ad esempio, il PD ha circa 200 dipendenti sul territorio nazionale in più paga con stipendi e spesso anche alloggi i suoi dirigenti. Una macchina del consenso pagata anche da chi non vota PD.

– non c’è coerenza: l’erogazione viene calcolata sulla base di tutti gli anni di legislatura anche se la legislatura termina prima del tempo, così i Partiti ricevono per intero i cosiddetti rimborsi elettorali anche se vanno ad elezioni ogni anno sommando cifre mostruose. Questo grazie a un decreto legge del 2006.

– non c’è trasparenza: la donazione privata ai Partiti può essere anonima fino a 50 mila euro. I bilanci dei Partiti sono opachi nel migliore dei casi, falsi nel peggiore. In un Paese normale dovrebbero passare sotto il controllo della Corte dei Conti, ma il nostro non è, evidentemente, un Paese normale.

– non c’è moderazione: oltre ai soldi presi come Rimborsi Elettorali i gruppi parlamentari ricevono circa 70 milioni di euro all’anno. Evidentemente ai Partiti non basta la pioggia di denaro che già ricevono per pagare le spese, spesso folli e fantasiose, dei loro Gruppi.

– non c’è vergogna: i Partiti usano le Fondazioni/Think Tank politici a loro vicini per raggranellare soldi e questi non sono obbligati a tenere una contabilità ufficiale e trasparente delle donazioni.

– non c’è onestà: la Corte dei Conti stima che un sistema di corruzione, fra mazzette e falsi appalti, pari a 50/60 miliardi di euro all’anno, sia una vera e propria tassa occulta con cui si finanziano alcuni politici. Ricordiamoci che la prima legge sul finanziamento ai Partiti fu votata nel 1974 (Legge Piccoli) proprio per garantire le forze politiche già esistenti in Parlamento e per contrastare, così si diceva, l’uso della corruzione da parte dei Partiti per finanziarsi. Ebbene la storia ne ha decretato il fallimento poiché gli scandali sono aumentati e continuano fino ad oggi. Risulta dunque ovvio che la corruzione si debba fermare con altre leggi.

– non c’è ritegno: nonostante queste somme abnormi i Partiti non sono neanche capaci di finanziarsi da soli i loro giornali di Partito ma vogliono che sia lo Stato a farlo, quindi noi cittadini. Ad oggi sono stati spesi per questo circa 850 milioni di euro. E’ ovvio che i giornali sono nella maggior parte dei casi una scusa adottata dai Partiti per accaparrarsi soldi pubblici e/o per piazzare alcuni militanti.

In Europa:

I finanziamenti pubblici ai Partiti all’anno sono circa:

Italia: 285 milioni di euro (rimborsi elettorali + contributi ai gruppi parlamentari) Nota Bene: per le elezioni del 2008 i Partiti hanno incassato 503 milioni di euro (divisi in 5 tranche)
Francia: 160 milioni (contributo annuale di circa 70 milioni + rimborsi spese elettorali)
Spagna: 131 milioni di euro (contributo annuale + rimborsi spese elettorali)
Germania: 125 milioni di euro (finanziamento pubblico fisso in base ai voti presi con tetto massimo a 133 milioni)
Gran Bretagna: 12 milioni di euro (il sistema britannico finanzia con soldi pubblici solo l’opposizione per il resto agevola l’attività politica offrendo servizi, come spazi pubblicitari, aule per assemblee..)

In tutte le Nazioni in cui sono previsti Rimborsi Elettorali, questi lo sono veramente, nel senso che i soldi sono erogati solo a fronte dell’evidenza delle spese sostenute per la campagna elettorale, i controlli sono fortissimi e sono previsti dei tetti di spesa.

Un po’ di numeri e notizie comparate sul finanziamento dei Partiti in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna li trovate in questo dossier fatto nel 2012 per le Commissioni parlamentari.

Tutela e incentivi alla parità di genere

In Francia la legge n. 493 del 6 giugno 2000 ha disciplinato l’eguale accesso degli uomini e delle donne alle cariche elettorali, dunque la parità. I Partiti che non si attengono a questa regola vedono ridotti significativamente i rimborsi elettorali dello Stato.

Speriamo che insieme al sistema elettorale alla Francese, il nostro Paese faccia propria anche questa norma di civiltà poiché senza azioni positive del legislatore la parità nel nostro Paese rimarrà solo una bella parola.

In Italia non esiste ancora una legge che regoli la forma giuridica dei Partiti in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione*. E’ necessaria una norma che preveda non solo la democrazia interna ai Partiti ma anche misure di forte riequilibrio della rappresentanza di genere negli organi dirigenti dei Partiti, luoghi dove risiede il vero potere e viene dettata l’agenda politica, affinché in Italia si affermi finalmente una democrazia paritaria in nome degli articoli 3 e 51** della nostra Costituzione che prevedono pari diritti e pari opportunità per uomini e donne.

La Partitocrazia ha infettato la nostra Democrazia.

La Partitocrazia intesa come sistema di potere dei Partiti anziché della società civile è una degenerazione della Democrazia, alla quale siamo purtroppo arrivati in Italia. I Partiti si sono chiusi in sistemi di potere, forti di enormi somme di denaro pubblico usate a piacimento senza controlli né vincoli. Sono diventati vere e proprie aziende interessate più alla loro sopravvivenza ed al loro radicamento in tutti i settori chiave della vita del Paese che non al bene comune. Hanno iniziato a fare i loro interessi anziché quelli della comunità, perdendo così il consenso popolare.

La deriva morale di questa classe dirigente ha infangato il buon nome della Politica intesa come servizio ai cittadini e alla cosa pubblica. Le leggi ad personam, la mancanza di trasparenza e la mancanza di un sistema di leggi serie sul conflitto di interessi a tutti i livelli sono il triste simbolo di una stagione di corruzione e degrado che ha portato il Paese sull’orlo del baratro.

Chiedere che queste spese folli, questa corruzione, questa mancanza di trasparenza e questo sperpero di denaro pubblico abbiano fine, non è anti politica, è semplice buon senso, è amore per la politica, quella vera, quella nobile.

*Articolo. 49 Costituzione: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.”

** Articolo 3 Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Articolo 51 Costituzione: “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini..”

Consiglio la lettura di:

I soldi dei Partiti di Elio Veltri e Francesco Paola
Partiti SpA di Paolo Bracalini
La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo

Fonte: http://www.huffingtonpost.it/paola-diana/la-grande-truffa-i-rimborsi-elettorali_b_2851198.html

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